Il percorso non presenta gravi difficoltà e può essere fruito, a piedi, da chiunque. Percorrendo per un buon tratto l’antica via consolare Popilia, o Capua‐Regium, ed imboccando la Strada Provinciale, si arriva a Postiglione, borgo medievale, a ridosso degli Alburni, dotato di un patrimonio storico‐artistico di particolare pregio. Nel punto in cui la via Popilia si snoda in direzione di Sicignano sorge l’antico complesso conosciuto come Osteria della Duchessa (Tappa n. 1 - lat. 40.582368° long. 15.223200°). Sono liberamente visitabili, seppur situati in proprietà privata, i ruderi della Cappella di S. Lorenzo, del Real Casino e dell’Osteria della Duchessa, risalenti al XVI sec. Il complesso, di proprietà dei Caracciolo e dei loro feudatari, veniva così ricordato, negli scritti del tempo: “In località Duchessa di Postiglione vi era la notissima Osteria della Duchessa, dirimpetto alla quale si innalzava, alto e robusto, il Casino… un insieme di antiche dimore, giardini, scuderie e carrozze che fungeva da stazione di posta, osteria nonché punto di sosta e cambio di cavalli”. Qui, Il 5 settembre del 1860, gloriosa e trionfante, passava la brigata dei Garibaldini. L’eroe, appreso che i Borbonici volevano affrontarlo in una definitiva battaglia nella piana tra Eboli e Battipaglia, aveva deciso di fare della Duchessa la base del suo quartier generale (lo scontrò fu poi spostato sulle rive del Volturno e l’idea venne abbandonata). Procedendo in direzione del paese si è subito accolti da una verdeggiante pineta, in località Castagne della Corte, dove è ubicato anche il cimitero Borbonico, e proseguendo in direzione del centro storico s’incontra la Chiesa Madonna del Carmine (Tappa n. 2 - lat. 40.561431° long. 15.231976°), ufficialmente nota come Chiesa dell’Annunziata, di origini antichissime ma completamente ricostruita nel 1899. L’ingresso è arricchito da una suggestiva scala e l’interno, spoglio e rigoroso, ospita un bel busto settecentesco di Sant’Elia (rifacimento di quell’effige trovata, in montagna, da alcuni pastori e qui depositata, prima di essere destinata alla Grotta di Sant’Elia). Percorrendo via delle Nocelle, si giunge a Piazza Europa, un tempo conosciuta come Orto della Corte, e da qui, attraverso gli stretti vicoli e le gradonate a selciato, al Castello Normanno (Tappa n. 3 - lat. 40.558581° long. 15.231544°). In origine rocca longobarda, costruito sulla parte più alta di Postiglione, fu poi ampliata da Guglielmo da Postiglione e da Giovanni da Procida, agli inizi del 1200, subendo, nei secoli altre modifiche. Nel passato il castello era munito di sei torri a pianta poligonale e circolare; attualmente ve ne sono rimaste solo due di cui una, si presume, fosse l’accesso principale, poiché si trovava su un lato dove era consentito l’accesso a mezzi rotabili (carrozze), dotata, nella chiave di volta, di uno stemma. A cavallo tra il 1800 e il 1900 fu adibito a carcere. Di importanza strategica durante la seconda guerra mondiale, quando i tedeschi lo prescelsero come postazione per controllare lo sbarco alleato. Oggi, ristrutturato, è meta di visitatori poiché custodisce reperti del periodo feudale e della civiltà contadina, oltre ad ospitare una mostra permanente sulla flora degli Alburni illustrante le caratteristiche degli esemplari botanici più importanti e rari del massiccio. Situato nella parte antica di Postiglione, raggiungibile percorrendo l’omonima via, il Campanile di S. Nicola (Tappa n. 4 - lat. 40.559266° long. 15.230758°), del 1400‐1500, a pianta quadrata e con copertura a terrazzo, è l’unica cosa che rimane dell’antica Chiesa di San Nicola, andata distrutta a causa degli eventi sismici del 1980. Il campanile, sontuoso ed elegante, è interamente realizzato in pietra bianca degli Alburni. Di ritorno dal Castello, nelle adiacenze del Municipio e di Piazza Diaz, è d’obbligo la sosta alla bella e panoramica Terrazza del Belvedere (Tappa n. 5 - lat. 40.557516° long. 15.231424°). Da qui si ammirano le vette dei Picentini, il bosco di Persano e la piana del Sele, fino al litorale di Paestum. Nei giorni di massima visibilità, si arriva anche a distinguere l’inconfondibile profilo di Capri. Da Piazza Europa, percorrendo via San Giorgio, si arriva Chiesa di San Giorgio (Tappa n. 6 - lat. 40.556947° long. 15.233076°). Di origine cinquecentesca, ma interamente ristrutturata nel corso del settecento, è costituita da tre navate decorate a stucco che ospitavano tele di Saverio Mottola e statue di Giacomo Colombo e Francesco Verzelli. Una splendida scultura di Filippo Lanzetta, raffigurante San Giorgio che uccide il drago (patrono di Postiglione, celebrato il 23 aprile) arricchisce l’altare maggiore. Gli affreschi novecenteschi che decorano la cupola e il presbiterio portano invece il nome dell’artista Andrea Capasso di Sicignano degli Alburni. Al suo interno sono, inoltre, conservati, un prezioso tabernacolo del 1517 ed un’elegante scultura lignea, del settecento, raffigurante San Nicola. Nel cuore del centro abitato, in Piazza Diaz è situata la monumentale Fontana Grandini (Tappa n. 7 - lat. 40.557753° long. 15.231880°), risalente al 1816, la cui struttura è costituita da tre cannule centrali e due grandi vasche laterali, usate, in passato, anche come lavatoi. La nicchia centrale, ospita, dal dopoguerra, una scultura in marmo raffigurante una fanciulla, opera dello scultore Pietro Calvi, risalente al 1816.

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